16 dicembre 2010

Fabio, il figlio di Fausto


E’ strano come a volte basti poco per combinarla grossa. Insomma fregarsi l’onore, giocarsi la reputazione, cose del genere.

Una volta girando con mio papà fra gli open-day delle superiori ero capitato in uno di quei laboratori dove sarei voluto andare l’anno venturo. Lo sai? - mi fa - Fabio il figlio di Fausto già studia qui e probabilmente oggi sarà in laboratorio. Davvero? che storia, dai, così magari lo conosco, diventiamo amici, e quando ho bisogno, lui mi toglie dai casini. Sì sì, Fausto mi ha detto che è anche molto disponibile e non dice mai di no. Che bello, che bello!

E sicché si arriva a uno stanzone. Uno di quelli con le prese ai tavoli e gli strumenti negli armadi, presente? e due tipi là, che attaccano cavi e ridono complici e... oh accidenti, mi venga un colpo, ma quello è Fabio!! Fabio, Fabio!! come va? lo sai che tuo papà mi ha parlato tanto di te? questo è Giorgio mio figlio, eddai racconta un po’ quel che fai, e questo a che serve? ma l’hai fatto tu questo circuito? uao, ma quanti strumenti, e li sai usare tutti? E lui non sa se star serio, si sforza, pensa di sicuro a qualcosa di tristissimo, perché, lo vedo, sta impazzendo per non ridere, come quando sei in chiesa e ti viene in mente una cosa spassosissima e devi fare il serio per forza. E ci racconta due fregnacce, la tira un po’ corta e poi tace. Così, come quelli che ti vogliono sfanculare a tutti i costi. E sicché noi si capisce, si va via e poi si inizia: bello eh? beh sì certo interessante, tutte quelle luci, ma senti... ma te ne sei accorto anche tu? e certo, come si faceva? roba da non crederci, perle da intenditore, cose mai sentite, già già, vero, ahah.

Da quel giorno Fabio, il figlio di Fausto, è diventato Fabio, lo scoreggione.

1 commenti:

Annalisa ha detto...

Bello. Quel tipo lì di orientamento alle superiori non lo conoscevo ancora :-)

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