07 dicembre 2010

Nabla


Nel grafico sono nascoste 5 etichette:
passare col mouse sull'immagine per scoprirle.
(Elaborazione cromatica e fotoritocco realizzati da me).


E in effetti, credo, sarebbe tutta questione di gradienti. Di quei giocattolini con cui i matematici capiscono se una funzione tira da una parte o dall'altra, e con quanta forza. Sarebbe bello, pensavo, condensare la vita in una legge perfetta, un'espressione algebrica che indichi le direzioni e i versi, derivate prime e seconde, limiti, asintoti e quant'altro. Vedremmo nascere i nostri figli - punti densi sul piano - sapendo con anticipo che le nostre freccette punteranno là, magneti ipnotizzati da un centro di gravità (con le funzioni si fa anche questo, sì). Guarderemmo le salite della conoscenza imparando a sbagliare, e l'incostante fedeltà dei ricordi nella vecchiaia, freccette all'indietro sempre più deboli. Sapremmo a quale distanza sono obiettivi e pazzia, e se sia il caso di pensarci, svoltare nei vortici o cercare la calma.

E' così fantasticando simili scenari surreali che mi chiedo che senso abbia ottimizzare un firmware quando nemmeno sappiamo più domandarci "Come stai?". Sarebbe davvero solo questione di capire dove stanno puntando le nostre freccette, credo.

14 commenti:

avvelenato82 ha detto...

Eh già, amico mio: le nostre freccette. Che certe volte si fondono e diventano solo una..:-D

Alessandro Gilardi ha detto...

Quella lì a occhio, non so perché, mi sa tanto di una funzione nella celebre lettera Zita...

Annalisa ha detto...

Cerco di capire dove ora io sono, ma certo che il flusso di frecce va e va. Ondivago, sempre più prudente.
Perchè nella vita, anche passando sopra il mouse, non vedi comparire etichette. Ci cadi dentro, e amen.
Henri Seldon lo conosci?

Bongio ha detto...

Il problema delle freccette è che ti risucchiano e ti spingono dove gli gira a loro, c'è poco da fare. Il problema semmai, sarebbe orientare la bussola a priori, seguire le rotte lontano dai gorghi, cercare le zone rosse-arancio o il non-luogo (perché no?). Su Mr.Seldom confesso la più assoluta ignoranza: è uno che ragiona sulla vita con la matematica?

LGO ha detto...

Qui più che con gradienti abbiamo a che fare con rotori ;-)
(sempre nabla è, no?)

Annalisa ha detto...

Henri (Hari) Seldon, ha fondato la Psicostoria :-)
Lo trovi qui: http://it.wikipedia.org/wiki/Hari_Seldon
La Psicostoria, tramite metodi matematici e statistici, è in grado di prevedere, sia pure solo a livello probabilistico, l'evoluzione futura di una determinata società, a determinate condizioni (che trovi qui: http://it.wikipedia.org/wiki/Psicostoria
:-)))))

Bongio ha detto...

Accidentazzo, ma è una chicca interessantissima! Ho letto la pagina della psicostoria e la trovo una pensata geniale, anzi oserei dire piucheverosimile! Non mi dirai che anche questa è una stuzzichevole anteprima di quell'Abissi d'acciaio che la tirannia degli impegni mi ha costretto ad abbandonare alle prime pagine? Ad ogni modo, grazie: mi offri sempre spunti pazzeschi!

profemate ha detto...

Quando la matematica prevede sa che ha tagliato via un pezzo di realtà. Purtroppo (o per fortuna) è così. Neanche nella matematica è tutto previsto: pensa agli irrazionali.
Io sono molto combattuta, comunque, tra il desiderare il tuo mondo di freccette predestinate e sfuggirlo come la peste.

viviana ha detto...

Ripasso quando avete digerito... :-D

Annalisa ha detto...

Più che anteprima, direi la Psicostoria è un sequel.
Nel senso che, sì, Abissi d'acciaio è il preludio a un mondo che poi (poi poi poi) finirà lì, da Seldon (e continuerà).
Sono tre clicli diversi (i robot, l'impero e la Fondazione con la psicostoria), che a un certo punto Asimov a cominciato a far confluire uno nell'altro.
Io li ho ri-ri-ri-ri-ri-letti quest'estate.
Asimov era un genio.

rossibenedetto ha detto...

Le tue freccettine somigliano alle correnti convettive, comunque sia, a proposito di un poco di tutto, inoltro qui di seguito qualche cosa.

Questo testo potrebbe essere considerato un trattato estremamente sintetico sul concetto moderno di relatività.

C'era un cane che abbaiava controvento ad un gatto per fargli presente la dura legge della strada: i più piccoli devono abbassare la testa al cospetto dei più grandi. Il gatto non riusciva a sentire, non riusciva a capire nulla, e intanto miagolava al cane con il vento a favore. Il cane, impressionato dall'imperturbabilità del gatto e stufo di abbaiare invano, cominciò a pensare che forse non se la stava prendendo con un gatto qualsiasi, quindi abbaiando fece presente al gatto di essersi sbagliato e che, nonostante le dimensioni, dimostrava sicurezza e un grande coraggio. Il gatto non poteva sentire ragioni. Il cane pensò che il gatto non volesse sentire ragioni, così se ne andò umiliato e deluso. Nel frattempo si era avvicinato un altro cane e ben presto cominciò ad abbaiare al gatto con il vento a favore. Il gatto, dopo l'iniezione di fiducia per quanto era successo prima, si mise a miagolare controvento. Il cane non riusciva a sentire il benché minimo verso e seguitava ad abbaiare al gatto. Allora il gatto, frastornato e impotente di fronte alla foga del cane, decise di scappare via.

Il mondo gira e noi giriamo per il mondo, talvolta inconsapevolmente, talvolta sospinti dalle folate della vita verso qualche punto cardinale. Giudichiamo e siamo giudicati. Giriamo e cambia il punto da cui osserviamo o da cui siamo osservati. Giriamo e ci mischiamo proprio come le palline di carta stagnola in un contenitore di acqua bollente.

avvelenato82 ha detto...

Che bel pezzettino, Benni. Di chi è?

Bongio ha detto...

Sono commosso, estasiato, incantato. Credevo, ero convinto che Google avesse la risposta, mi avrebbe svelato il Baricco o il De Luca della situazione. Colui che era stato capace di farmi volare come un piumino nel vento o le foglie in autunno. E invece mi trovo con cani che abbaiano nei cortili o siti per la pedicure del gatto. Dite che sia una roba alla (non-Stefano)Benni, del tipo quando cerchi gli occhiali ed è grazie a loro se vedi dove vai? Chapeau.

rossibenedetto ha detto...

ciao vecchietti miei, il pezzettino è mio. L'ho "partorito" in un momento di non stitichezza più o meno nel 2006 (http://jon303.altervista.org/index.php?name=old_news2&id=58).
L'ho intitolato "Le correnti della vita", ed è proprio alle correnti della vita che ho pensato quando ho visto tutte quelle freccette, che poi somigliano anche un po' alle folate di vento che portano in giro la piumetta di forrest gump, avete presente?

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