09 marzo 2010

Sì, viaggiare


Ci sono volte che hai voglia di scappare, che l'aria della routine ti soffoca e devi aprire la finestra. Che prendi il volo per un posto che non conosci e già vorresti chiamare casa. Brutta arma, la tristezza: passa ai controlli, non c'è modo di liberarsene. C'è pace oltre le nuvole. Di quella pace che ti viene quando sei in montagna o davanti a un tramonto. Che quasi ti scordi che i batuffoli sono anche grigi e bui, e il sole scompare e ti senti perduto. Ma poi ti svegli e sono di nuovo strade, quartieri, case. E uomini. Di quegli uomini che ti attaccano la malinconia e nemmeno chiedono scusa. Che odor di pioggia! (ma davvero cambia così, il tempo da queste parti?). Ancora un passo e sarà vacanza, perché vacanza vuol dire fare, distrarsi. Perché pensare annienta, meglio sopravvivere. Cercare il treno, comprare il biglietto. E se poi non capisco? E il posto dove sarà? Che vigliacco che sono, a scappare così. Ed è ancora pioggia, che quasi piange il cielo. "Ricordare di volersi bene", ecco scritto. Stasera lo faccio, magari domani. E poi appare quel blu, le lettere slavate, il giallo del cartello, le mani di una madre e quelle di una bimba, il palloncino rosso e il passeggino accanto. E un "welcome" di quelli che non conosci e non conoscerai mai, e non solo perché non parli la lingua.

Ci sono morti che non fanno rumore, che il loro rumore se lo beve il mondo. Non pensavo che ai morti fosse dato di vivere, ma anche questo è viaggiare. E tornare è un po' morire, un po' morire di nuovo.

5 commenti:

avvelenato ha detto...

Trovo l'eco del professor Bartleboom nei morti che non fanno rumore. Ma mi spiace pensare che il tuo ritorno per te possa significare di morire un po'. Anche perché noi siamo contenti, quando ti abbiamo più vicino! :-P

rossibenedetto ha detto...

"Occorre viaggiare frequentemente per amare la propria dimora", diceva un tale. Per questo sono convinto che da quando sei tornato tutto ti piaccia di più. Ma ti conviene ripartire presto... :-)

P.S. E' tutto molto intricato nella foto, ma il fatto che i cartelli forniscano indicazioni è già qualcosa...

Anonimo ha detto...

Questo tuo post mi ricorda tremendamente qualcosache non riesco a focalizzare. Gran bel fermoimmagine di emozioni, comunque. Sa tanto di quella dolce malinconia sotterranea che piace tanto a me.
Non sapevo fossi partito, in ogni caso bentornato :-)
Vale

La prof ha detto...

Quando leggo questi post, non ho mai niente da dire o da commentare. Solo che mi piace leggerli. Grazie.

Single a trent'anni ha detto...

Questo è lo scopo ultimo della Moto, e il motivo per cui la adoro.

Sella, direzione cardinale, e via andare.

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