11 giugno 2009

E intanto corre la locomotiva


Mi dà sempre un po' d'incertezza dover scegliere fra i posti-finestrino di un treno. Sarà perché la vedo un po' come una parabola di vita, una metafora di ciò che viene e ciò che va. C'è chi viaggia in avanti e sta attento alle piante, alle case e alle vie che arrivano. Sposta lo sguardo di continuo e tanto più alla svelta quanto più il presente s'approssima. Credo che l'unico modo per non cascarci sia incrociare leggermente gli occhi e lasciare che tutto sfumi. Serve lungimiranza per guardare lontano, e attitudine alla vita per occuparsi di quel che sarà.

C'è chi viaggia all'indietro e vede le cose schizzare veloci prima di rallentare e scomparire. Un po' come le giornate che fanno bene o fanno male, così vive da vicine e così ordinarie nei ricordi. Il contrario è la posizione del pensatore, di chi non ha la tentazione di osservare o paura del futuro, e gli volta le spalle. E' la metafora di chi si perde a meditare in orizzonti lontani e si concentra sull'interlocutore. E' la parabola del saggio, se vogliamo: di chi ha molto da ricordare e poco da scoprire.

E poi ci sono io, combattuto dal dover scegliere fra l'una e l'altra possibilità. A non poter rinunciare alla tentazione di un posto libero ma nemmeno così fermo a risolvermi in una decisione definitiva. E mi accontento del compromesso di un'andata in avanti e un ritorno al contrario. Un po' per stemperare l'entusiasmo della novità e un po' per non dimenticare quel che ho visto. Nell'attesa che qualcuno, prima o poi, inventi un treno con vista-rotaie o il tetto panoramico.

7 commenti:

xxWaterVioletxx ha detto...

Forse l'atteggiamento di quello che un viaggio se lo fa in un senso e il ritorno al contrario, o viceversa, e che poi magari una volta se ne sta pure in piedi, o addirittura tra una carrozza e l'altra, è quello più sano. A far tutti i viaggi nel senso di marcia si diventa troppo impazienti, a farli tutto contro-senso si diventa troppo nostalgici. Saper calibrare le due visioni permette di mantenersi bene in equilibrio sul momento attuale.

Gilo ha detto...

Vigliacco, m'hai fregato un post, questo lo DOVEVO scrivere io. Possa tu non trovare mai più un posto a sedere non dico in treno ma neanche su un'instabile panchina arrugginita ai bordi di un giardinetto pubblico cosparso di merde di cane che nascondono aghi purulenti. O quasi. Ah, tra parentesi, l'hanno già inventato da un po': http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Settebello_power_car.JPG

Grilletto81 ha detto...

Wow, fichissimo. Chissà in che stazioni si prenderà, un treno del genere. In effetti un po' me l'aspettavo, una reazione da parte tua (seppur non così violenta: somigli a una bottiglia di Cocacola in cui hanno infilato una Mentos), ora che venivo a pestare dalle tue parti. Comunque niente, vedrai che saprai trovare mille altri argomenti. Del resto, cosa meglio di un treno può guidare l'ispirazione?

Grilletto81 ha detto...

In effetti la possibilità di starmene in piedi fra un vagone e l'altro a veder passare le cose velocissime senza capire una mazza non l'avevo calcolata. Quasi quasi ci viene fuori un altro post, o addirittura una tesi: "Pilotaggio della pazzia controllata mediante treno in corsa". Sai mica che roba?
Stai a sentire: si prende uno e lo si lega e imbavaglia fra due carrozze, con qualcosa che gli immobilizzi la testa in direzione del finestrino e due strappi di scotch per tenergli aperti gli occhi. E poi si calcola quanto ci mette a dar fuori di matto. Sarebbe mica male, neh? Dici che me lo danno il Nobel, per un contributo così fondamentale alla psichiatria?

Avvelenato ha detto...

Non so da voi, ma qui a Morfasso il commento del Gilo è venuto tutto tagliato e non capisco cosa abbia scritto, anche se subodoro sulla fiducia gran cose.

Il fatto è che secondo me tutte ste manfrine sono solo a nascondere un'evidenza molto più ingombrante e spiacevole: generalmente il posto che scegliamo in treno..non lo scegliamo. Semplice. Guardiamo dove sono gli altri, e ci mettiamo di conseguenza. La metafora semmai sarà quella dell'intrepido che vuole guardare la bella puchianca dritta nelle palle degli occhi, o giù di lì, e di quello meno intrepido che piuttosto di confessare con lo sguardo quello che segretamente sogna ardimentoso, si taglierebbe il belino. O giù di lì, ovvio. Siamo tutti dei maledetti Caulfield!

Grilletto81 ha detto...

Eh, ma amico mio... credo che tu sia rimasto un po' indietro in materia. Diciamo che in fatto di spiate sei un po' come l'homo erectus confrontato col sapiens. La razza si evolve, diventa più furba, ne studia di nuove. Per esempio. Uno potrebbe sedersi di fronte alla donzella e magari pure al posto-finestrino. Poi, fingendo di guardar fuori potrebbe sfruttare la magnifica proprietà semi-riflettente del vetro, unita al pessimo stato di pulizia dei finestrini. E il gioco è fatto. La questione è piuttosto se la giovincella in questione ha letto il post e si accorge che anche se vai in avanti tieni sempre lo sguardo fisso...

Grilletto81 ha detto...

Comunque Morfasso avrà pur qualche difetto, ma in compenso ha centomila altri pregi.

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