27 marzo 2009

Favola a matita


Trovo ancora i tuoi capelli
impigliati fra i maglioni,
scarabocchi di pastelli,
fotogrammi di stagioni,

guazzabugli da pittore
su una tavola ingrigita,
tracce eterne dentro al cuore
di una favola a matita.

Come un naufrago perduto
fra i relitti di una fede
a cui un flutto sconosciuto
prima toglie e poi concede,

così io spero e poi dispero,
viaggio solo e senza stella:
che sia l'ombra sul sentiero
la mia anima gemella?

E or che questa lontananza
rende miope il pennino,
straccia in pezzi l'arroganza
e si fa beffe del destino,

io ritrovo quel sorriso
nel cassetto del passato,
l'emozione sul tuo viso
dopo un bacio inaspettato.

Quel tirar la bicicletta
fino in cima alla salita,
i discorsi senza fretta
sull'infanzia e sulla vita.

Tu che sillabi i colori
delle aure leggiadre
in quegli occhi genitori
che rapirono tuo padre,

poi sospiri e mi confondi
nel tuo sguardo che non tace
sogni di attimi profondi:
solo chi ama ne è capace.

Serve ardore per volerci?
Ogni bivio si riunisce.
Perciò dico: "Arrivederci",
dove il sogno non finisce.

Sarà il maggio di un paese,
noi due cuccioli piccini:
code d'anime sospese,
come foglie, fra i camini.

Ma fra noi e quel miraggio
una vita ed un saluto:
tu fra i bimbi e io in viaggio,
come sempre avrei voluto.

Siamo barche in mezzo al mare.
Momentanea compagnia,
così dolce fu incrociare
con la mia la tua scia.

Ho lottato fra i rintocchi
per donarti, nell'incanto,
un sorriso che negli occhi
fosse lungo quanto un pianto.

Ignoravo che il nemico
di presidio alla mia via
era il giudice più antico
con il nome di utopia.

Io ti usavo la matita
per paura di sbagliare,
ma la pagina è fuggita
ed è tutto da rifare.

14 commenti:

cyrano82 ha detto...

Accidenti! Bongio!! Tanta tanta roba!!
Bravissimo!

La strofa
"Tu che sillabi i colori
delle aure leggiadre
in quegli occhi genitori
che rapirono tuo padre,"

dal mio punto di vista rovina un po' il respiro, metricamente parlando. Però vien prorio da dire parolacce, per quanto à bella! Dai, almeno un porco cazzo concedimelo!!

Poi parleremo meglio del siginficato di persona..devo farti qualche domandina!!

A presto, mille sorrisi!!

cyrano82 ha detto...

C'è pure la circolarità data dalla ripresa finale della matita, motivo iniziale. Confezionata ad arte.

Ci sono echi gucciniani bellissimi, come
"Quel tirar la bicicletta
fino in cima alla salita,
i discorsi senza fretta
sull'infanzia e sulla vita."

che fa tanto venire in mente un'alternativa alla mitica e struggente "Incontro".

Sei un ingegnere col vizietto del poetare, niente da dire. Ed è un vizietto così piacevole, per noi!!

Go on!!

Grilletto81 ha detto...

Credo che tu abbia ragione. Le prime strofe, in effetti, inducono a pensare che una sia sempre il rimando della precedente (scopo solo in parte nelle mie intenzioni). Ho ragionato parecchio sulla dimensione da assegnare alle strofe: il blocco unico (idea originaria) sarebbe risultato troppo pesante, mentre sezioni da otto versi (ipotesi successiva) non sempre avrebbero rispettato il contenuto. Per questo ho risolto di dividere il tutto semplicemente in base alle coppie di rime che si richiamano. Resto allora in attesa delle tue domande, credo sia un'ottima scusa per una riunione dell'UPF. Grazie della attenta critica, e buona vita.

rossibenedetto ha detto...

Ore 14:13... arrivo sul tuo blog... e mi rendo subito conto che c'è un regalo per tutti i lettori, proprio oggi che... E come tutti i regali va prima scartato... Se vuoi un giudizio preliminare sulla "confezione", sappi che mi aggrada, mi aggrada tanto (soprattutto il ritmo "millimetrico" della composizione).

Grilletto81 ha detto...

Speriamo che tu, a differenza del pennino, non sia miope, e creda di vedere qualcosa di bello solo da lontano. Aspetto la tua analisi, allora, del resto sempre molto accurata e gradita.

Gilo ha detto...

Belin, bello! (così a occhio)

Grilletto81 ha detto...

Ahahah! Ragazzi, il Gilo è sempre il Gilo. Però grazie: so che non è il tuo genere, ma se sei arrivato a commentare vuol proprio dire che ti è piaciuta. A presto.

Jon ha detto...

Phi Bongio guarda... complimenti sinceri, davvero, mi piace davvero tanto... ma intendo l'immagine che hai messo in alto con i girasoli e la strada dritta eh! Dove l'hai presa?
Per quanto riguarda quello che hai scritto invece non lo so, è un po' lungo e sicuramente bisogna dedicarci del tempo per capirla. Quindi la leggerò in futuro. Suvvia dai, tanto mi conosci! Comunque il titolo è bello :D

Salut!
Jon

Grilletto81 ha detto...

E' un fotogramma della favola a matita, la strada di collina in cui si andava assieme in bicicletta. E' uno dei momenti che ricordo con più felicità, una scena cristallizzata per sempre nella memoria. Naturalmente, in origine la foto era leggermente diversa, ne ho modificato un po' i colori per dar l'idea che fosse un disegno a pastelli. Credo sia più bella così: i ricordi, specie quelli belli, sono belli proprio perché sfumati, non completamente definiti. Un po' come i guazzabugli di un pittore che animano una tavola ingrigita, o un pennino sofferente di miopia. Grazie anche a te della visita, a presto.

Jon ha detto...

Ho capito, grazie. Le tue parole mi hanno incuriosito di più a leggere la tua opera.

Jon

rossibenedetto ha detto...

Penso che tu abbia superato te stesso, vecchio mio. Un anno fa pubblicasti Il burlone, grande composizione anch'essa, ma forse più frivola di Favola a matita, più leggera, meno incisiva, meno evocativa.Qui si tratta di sedici squisite chicche da gustare, nonché pillole concettuali su cui riflettere. Una per tutte e tutte per una poesia matura, ben sedimentata, che emoziona ogni qual volta il lettore trova sue tracce biografiche senza aver scritto nemmeno un verso.Emerge a sprazzi una malinconia-nostalgia che insidia la fiducia nei confronti del futuro, ma in definitiva credo di aver letto una storia che abbatte le barriere temporali grazie ad una poetica foriera di nuove speranze e di nuovi sogni assolutamente non utopistici.Chiudo lasciando spazio a qualche passaggio che ho trovato particolarmente significativo: "così io spero e poi dispero, / viaggio solo e senza stella: / che sia l'ombra sul sentiero / la mia anima gemella?""io ritrovo quel sorriso / nel cassetto del passato, / l'emozione sul tuo viso / dopo un bacio inaspettato.""poi sospiri e mi confondi / nel tuo sguardo che non tace / sogni di attimi profondi: / solo chi ama ne è capace."

Grilletto81 ha detto...

Grazie anche a te Benni, i tuoi commenti sono sempre molto attenti e utili. Per quel che riguarda il componimento, hai ragione: credo ci sia un impasto di malinconia e speranza, e che alla fine prevalga la seconda (nonostante la conclusione). Di persona mi hai confermato aver colto il doppio significato sull'anima, mi ha fatto piacere. Il bello di una scrittura in versi credo sia anche quello che ognuno la interpreta come vuole, in modo uguale o diverso dall'autore, ma comunque fantasioso. Il guaio, se vogliamo, penso sia proprio quello che hai accennato: alzare ogni volta il tiro condanna inevitabilmente l'autore a mantenere un certo livello, per non deludere le aspettative dei lettori (e le proprie). Ma in fondo credo sia giusto così: porsi obiettivi sempre più difficili è l'unica maniera per migliorarsi, mantenersi attivi, evitare di rilassarsi. Alla prossima.

sar_1981 ha detto...

...e io mi sono fatta sfuggire la possibilita' di accompaganre la tua poesia...

un sorriso...

Effetto Pauli ha detto...

Mi piace.

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