13 marzo 2009

Dillo coi silenzi tuoi


No, si faceva così per dire...
Si pensava che uno dice un sacco di cose, e un altro può pure starlo ad ascoltare. E' semplice: uno parla e l'altro ascolta. Ora. Se voi voleste parlare al vostro cane, dovreste prima perlomeno tentare di capire quel che vi risponde, no? Magari vi sta dicendo che siete degli imbecilli, che è mezzora che vi ripete che di recuperare il bastone non se ne parla, e voi continuate a infastidirlo con le vostre richieste. Lui non capisce perché. E voi non capite perché lui non capisca. Si diceva dunque...

Uno dice un sacco di cose (dette), e fra queste cose dette si infiltrano un mucchio di cose non-dette. Sono un sacco, ma proprio un sacco-sacco, sapete? Tipo la materia oscura fra le galassie, o i tarli dentro ai mobili vecchi. Non si vedono, eppure ci sono. E allora, dove sta la fregatura? La fregatura è che le cose non-dette sono maledettamente più importanti, e governano la maggiorparte dei rapporti interpersonali. Se uno non le sente, non capisce più un cavolo e crede che l'altro stia farfugliando solo un mucchio di parole sconnesse. Un po' come voi col cane, o il cane con voi.

Un po' come io vi chiedessi: ... ecco, l'ho detto. Cioè, l'ho non-detto. Chiaro, no? E allora coraggio, fatemelo sapere.

5 commenti:

Gilo ha detto...

" "

Grilletto81 ha detto...

Geniale, semplicemente geniale. Chapeau per Gilo!

rossibenedetto ha detto...

Non ho altro da non dire su questo argomento.

Grilletto81 ha detto...

Se è quel che intendo io, è una citazione molto azzeccata. Mi riferisco in particolare alla scena del discorso sul Vietnam: era quella, giusto?

rossibenedetto ha detto...

Sì, ho riportato quasi fedelmente una frase di un grandissimo pongista, fra l'altro.

Posta un commento