Un giorno mio padre mi raccontò di quando da bambino giocava coi dente di leone. Avete presente, quei fiori che da maturi diventano piumini e volano via nel vento? Beh, diceva che a quell'epoca non c'era granché per divertirsi, e ogni scusa era buona per inventarsi qualcosa. Così un giorno che pioveva ne aveva staccato uno dal gambo, sfilacciato quello che restava dello stelo e gettato le strisce in una pozza d'occasione. E - diamine - si arricciavano davvero! Giacomino non gli aveva mentito! Roba da non crederci, o anzi da prenderne un altro e riprovarci subito. E poco male se serviva andare al campo, e pioveva, e gli ombrelli allora non c'erano. Le scoperte hanno il viziaccio di farci correre, proprio come quando ci scappa o rischiamo di perdere un treno.
Una generazione dopo i campi ci sono ancora, i dente di leone si arricciano ancora, e i bambini giocano con l'iPad.
Una generazione dopo i campi ci sono ancora, i dente di leone si arricciano ancora, e i bambini giocano con l'iPad.
5 commenti:
Quelli cattivi.
Quelli buoni invece...
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Senti, verrebbe voglia davvero di uscire e provare! :-)
bentornato!
Ehi, grazie a tutti! Non pensavo ci fosse ancora qualcuno che mi seguisse.. farò del mio meglio!
E' che qui nevica e fa un freddo barbino. Uno cerca di scaldarsi saltellando e curiosando se ti sei deciso a mettere qualche cosa che ci porti altrove :-)
(senza contare il brivido di riuscire a indovinare il numerino nascosto e annebbiato al diciottesimo tentativo :-P)
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