19 marzo 2012

Il muro dell'incomunicabilità


A volte mi chiedo perché la gente non sorrida. Per la strada, intendo. Insomma in giro, alla stazione, quando si incrocia qualcuno. Perché non si sorride? Sembra si abbia una paura fottuta di chi ci sta di fronte, e che in fondo non si abbia nemmeno poi troppo torto. Un sorriso sbagliato alla persona sbagliata: sai mica che guai? E allora si fa prima, si taglia corto e manco ci si guarda. L'indifferenza sarebbe già qualcosa. Quando si incontra qualcuno invece si fa di tutto per guardare altrove, quasi si fosse in colpa, quasi si avesse vergogna o un peccato imperdonabile. E si innalzano gli spettri del "quello è antipatico" o "guarda che faccia", o "certo uno così è presuntuoso". Per poi scoprire magari invece, se le circostanze lo richiedono, che dall'altra parte, oltre quel muro, sta un uomo come noi, con le nostre stesse paure, gli stessi sogni, e forse anche un'insperata simpatia.

8 commenti:

avvelenato ha detto...

Ma soprattutto..te le foto dove le prendi? E per la roba del copywright o cul che l'è?

Ciemmecu sì, vererrimo tutto quello che dici. Ne parlavamo già decenni orsono, ma fa piacere che rimani il fanciullino pascoliano..io oramai sono un fanculino.. :-)

Bongio ha detto...

Davvero ne avevamo parlato, noialtri? Io mica me lo ricordo sai. Beh posso sempre dire di essermelo inventato or ora (il che sarebbe anche un po' vero, sussistendo la proposizione precedente). Per le immagini, di solito mi affido al mio amico Google. E per il copyright, come dico nel disclaimer, se a qualcuno spura un pochino il didietro, lo accontento e tolgo tutto subito senza dire "Bah!"

Annalisa ha detto...

Io ricordo vagamente che mi insegnarono che per la strada, se incrociavi qualcuno, DOVEVI salutare. Sempre. Però è anche vero che incrociavi uno qui e uno là. Ora manco riesci a passeggiare. Te l'immagini il corso della tua città dove tutti salutano tutti?
Però un sorriso, prego, grazie, scusi, passi prima lei, quando capita, fanno ancora piacere. A me piace un sacco incontrare degli anziani o mezz'età mentre vado a lavoro o a prendere il latte e, se ci siamo solo noi ed è chiaro che sto rivolgendomi proprio a loro, saluto sempre, buongiorno, signora, buonasera, signore, e di solito rispondono con un bel sorriso anche loro. E sembrano davvero contenti, deh :-)

Bongio ha detto...

Credo si tratti di assenza di contaminazione da città. Lo vedo nei boschi, quando vado per funghi. La gente di montagna si fida di più, è più pronta a aprire la mano piuttosto che chiuderla (in montagna del resto, fino a poco fa manco si chiudevano le porte di casa). Credo che questo a noi, nativi dei palazzi, dovrebbe far pensare. Almeno un po'.

la povna ha detto...

Io sorrido fin troppo, mentre vado a giro, di solito. E saluto e tutte quelle cose che giustamente rievocava Annalisa. Detto questo, ogni tanto uno potrà anche essere girato per fatti suoi, no?!

Bongio ha detto...

Eheh allora mi sa che io becco solo gente in giorno-no :P comunque va bene, basta non avere grosse aspettative su chiacchierate interessanti o personalità extra-ordinarie, e tutto puzza meno di dispiacere.

mezzarotàia ha detto...

... io ci rimango sempre male quando mi rimane il sorriso addosso perchè nessuno se l'è preso.
Non credo si debba sorridere a tutti, altrimenti sembri scemo o Amelie Poulain (che forse son la stessa cosa).
Però càpita che ci si incroci per strada, ci si tenga ferma la porta, si salga insieme in ascensore... e io alla gente ci voglio bene in generale che un po' mi aspetto che tutti sorridano o che siano disposti alla solidarietà.
Ma niente, e io non demordo perchè mi sentirei la persona che non sono, però quando mi sbattono la porta in faccia sul treno prima di vole prendere tutti a ceffoni ci rimango male.
Tutto questo per dire che ho capito.

Bongio ha detto...

Ciao mezzarotàia, benvenuta (Guccini sarebbe fiero di un nick così). Non credo ci sia da abbattersi, uno che sorride lo fa perché è bello dentro e non per interesse. E comunque non c'è che dire, gran film: uno dei più bizzarri e interessanti che io abbia mai visto.

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