06 ottobre 2011

L'ultima pensata dell'estate


Eh sì, perché le stagioni non sono più questione di calendario, e l'estate è ancora capace di portarsi via un giovanotto che, a 56 anni, con la mente avrebbe ancora giocato.

Un po' come passare in un giardino e sentire la mancanza di una pianta. Ma non per la terra pestata o la buca delle radici. Quando muore una pianta, una grossa pianta, te ne accorgi da come la guardavano le altre, dal vuoto che le facevano per rispettarla e lasciarla crescere. Vedere piante disposte a crescere dimezzate per stare accanto a un muro, altre col tronco ferito pur di infilarsi in una cancellata. O altre ancora soffocate dai fili di ferro, e nonostante tutto capaci di mangiarsi la lama che le tortura. Che tolleranza queste piante! Nascere una vicina all'altra, tigli dentro ai rovi e faggi aggrappati alle rocce. Vivere assieme, gialli e rossi, e anzi farsi spazio, perché ce n'è per tutti. Guardare i grandi con rispetto, ricevere le carezze delle loro fronde o giocarsi la vita su un allungo, pur di vedere anche un po' di sole. Credo che abbiamo ancora molto da imparare dalle piante, amici miei.

8 commenti:

Effetto Pauli ha detto...

Quanto sei bello : )

Bongio ha detto...

Vivo di bellezza riflessa. Vivere per poterla raccontare è un grande onore.

Licia ha detto...

ancora una volta la natura dimostra la sua superiorità all'uomo!

Bongio ha detto...

Credo che alla natura si dovrebbe un atto di umiltà a prescindere. La prepotenza purtroppo è spesso più conveniente.

Effetto Pauli ha detto...

Ed è così che ce ne andremo tutti quanti allegramente a fondo ragliando, come dicevo tempo fa.

Bongio ha detto...

Intendi che sarà la violenza sulla natura la nostra ragione di scomparsa? O era un discorso morale?

Licia ha detto...

sarà proprio la prepotenza quella "caratteristica" che distingue la natura umana dalla Natura stessa?

Effetto Pauli ha detto...

La prima che hai deetto.

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