14 settembre 2010

QWERTY


Una volta, almeno, era la penna; uno scarabocchio di inchiostro che correva e si attorcigliava, cancellava e riscriveva. Un'abitudine semplice, di quelle che appuntavi su un foglietto o nei pacchetti dei fiammiferi al tavolino del bar. Le tastiere erano fantasie da fattucchiere, fantasmi da futuro remoto. Posti dove molti (tutti) avrebbero appoggiato le mani, imparato a scrivere a due, quattro e sempre più dita, e mai (forse) avrebbero chiesto come mai.

L'ho studiata a lungo, quella tastiera: minuti di "prova" e "ciao" senza valide argomentazioni. Mi chiedevo come mai i tasti avessero quella certa disposizione. Di certo, pensavo, l'ordine alfabetico non sarebbe stato granché: una C accanto a una B non avrebbe prodotto molto. Ma i conti non tornavano. Scrivendo a due mani (essendo le parole una buona alternanza fra consonanti e vocali), si sarebbero potute disporre le vocali da una parte e le consonanti dall'altra. O quantomeno fare in modo che le dita, in posizione di riposo, si trovassero sulle lettere più comuni. Si sarebbero minimizzati gli spostamenti alla ricerca delle sole J, Y e di altre lettere rare. E invece ci ritroviamo una K al centro dell'attenzione, una A e una E per conto loro, e una triade CVB giusto per fare i giovani e dirci quanto "ci vogliamo bene".

Non so, amici, se voi ci capiate qualcosa. Io, in compenso, ho imparato perché si dice QWERTY (il che, in effetti, non è una gran conquista, ma è pur sempre meglio di poltrire o guardare un talk show).


8 commenti:

Single a trent'anni ha detto...

In verità in verità ti dico: la tastiera QWERTY è un retaggio che ci portiamo dietro dai tempi delle prime macchine da scrivere, e prima ancora. Credo che abbia qualcosa a che vedere con "non premere due lettere vicine altrimenti i martelletti si fanno la bua". Il che spiega la disposizione apparentemente a fallo di canide dei tasti.

Comunque di schemi ce ne sono un sacco, dall'AZERTY dei primi Mac al Dvorak, che è velocissimo - e pensato per cio' che scrivi invece che per salvaguardare una macchina da scrivere dei primi del 900. Tutto sta a trovarle, le tastiere dvorak. E soprattutto a farci l'occhio, per chi come me scrive alla cieca e a otto dita è un macello...

Bongio ha detto...

Grande! Santo cielo, ma sei un'enciclopedia vivente... Mi pareva che come disposizione, questa che abbiamo, non fosse proprio il massimo. Ma addirittura pensare che la ragione fosse non sconvolgere gli schemi delle brave segretarie mi lascia a dir poco basito. Come bene osservi, non essendoci problemi di incastri e martelletti, si sarebbe potuto scegliere qualcosa di più pratico e certamente più veloce. Il che aprirebbe un interessante dibattito su quanto siamo legati alle nostre abitudini, e di quanto ci costi lasciarle andare. Ad ogni modo, ancora una volta il signor Jobs ha dimostrato quanto sa essere avanti.

Single a trent'anni ha detto...

Quante volte hai rinunciato ad imparare a fare una cosa meglio perchè ritenevi che farla peggio ti portasse via meno tempo che imparare a farla meglio?

Ecco. Tastiera.

:)

sa30a

Annalisa ha detto...

Anche tu hai commesso un errore.
Non hai mai scritto con la Lettera 22.

(mi sembra di essere l'ispettore Rock)

Bongio ha detto...

Le.. lettera ventidue? Ooh, accidentazzo! Ora passerò tutta la mattina a pensare a quale sarà, lo so già! Eh sì, perché se fosse solo questione di cambiare punto di vista sarebbe facile, ma l'alfabeto inglese ha ben 5 lettere in più del nostro.. Ooh, accidentazzo! :)

Annalisa ha detto...

:-))))))))))))))
Si parlava di tastiere, QWERTY, e martelletti che si ingarbugliavano (oh, quanto si ingarbugliavano), e La Lettera 22 è questa cosa qui: http://www.pavonerisorse.it/scuole_circolo/cosa_studiamo/museo/lettera_22.htm
(oddio come mi sento vecccccchia, buuuuhhh...)

Bongio ha detto...

Questa proprio mi mancava, grazie. Senti, ma toglimi una curiosità: ma la Lettera 22 è per caso quella che compare nella famosa foto in cui Montanelli, seduto (mi pare) su una pila di libri, scrive poggiandosela sulle ginocchia? C'era una macchina che veniva sempre associata a Montanelli, che sia proprio quella? Comunque grazie della dritta (e, PS: ho iniziato "Abissi d'accaio").

Annalisa ha detto...

Sì, sì, quella, uguale alla mia, sulla quale ho battuto 625 pagine di tesi in quintupla copia! Roba che mi sono venuti i calli e l'ulcera.
Completezza dell'informazione: si chiama(va) Olivetti Lettera 22. Era perfino portatile.

(p.s.: e hai iniziato bene :-)

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