Mi mettono sempre un'ansia interminata queste grandi, grandi città. Ogni volta è come andarsene di casa o incontrare qualcuno di importante. E' come sentire l'obbligo di dimostrare, un desiderio caparbio di essere ammessi. C'è un qualcosa in questi enormi marchingegni che mi spinge a smarrirmi, a innamorarmi e odiare tutto (è strano, lo so). Le auto, la gente, perfino i negozi paiono scolorire quella giacca che a te sembrava così bella; che a casa, con quella, ti sentivi già tanto elegante.
E l'auto scompare fra le vie e i palazzi, fra le stanze di una antica rinascita e le sillabe straniere. Due bimbe si affacciano al balcone, una madre calma il piccolo. E quante magliette appese ai fili, e quanti violini dietro le ante socchiuse. "Liberiamo gli spazi" tuona l'imperativo, il blu acceso sul giallo scrostato. E ancora: "Case vuote, case al popolo". Fa strano accanto a quella porta sprangata e ai vetri rotti. Sotto al tetto basso e ai comignoli che una volta, forse, erano una fabbrica. Pare importarne poco, alla lucertola che si affaccia e circospetta ridiscende fra le inferriate (stanotte avremo un inquilino).
Tre in due vie. La gente corre davvero, se i meccanici hanno tanta fortuna. La Punto sollevata mi dà l'euforia di Martin quando vede le auto volare; e il compressore diventa un attrezzo da astronomi; di quelli che piazzi in collina e la notte ci guardi le stelle. E pensi che i grandi, prima di essere grandi, sono stati piccoli; che quel rivo, a seguirlo, diventerà largo e profondo, e la gente ci fuggirà quando piove. E crescere è una magia di acque, di affluenti che ti spingono e si uniscono a te, e dopo non sei più tu ed io, ma solo noi.
3 commenti:
Che bella foto! Non dirmi che l'hai fatta tu..(e dove?)
Il post mi è parso un po' criptico. Però crescere-magia di acque mi piace molto e mi richiama certi pensieri che io stesso feci e di cui cercai di rendere partecipe un'altra persona (correnti che si mitigano) senza per altro forse sortire troppo effetto.
Keep it on!
e a volte un inondazione è benefica ...
No... vuoi dirmi che ho finalmente l'onore di poter parlare col signor G? (uno dei commentatori più misteriosi che io abbia mai avuto?) Non sbagli, giardigno: gli egizi ci coltivavano regioni intere, con le inondazioni. E i fiumi, per quanto pittoreschi, probabilmente non sono fra i posti migliori per costruirci una casa :)
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