10 ottobre 2008

L'omino della Sud


Le auto scorrono come rami sul fiume, alcune lente altre veloci. Una parata di colori scompare dentro al tunnel dopo un'ampia semicurva, bisbigliando come una pentola di zuppa fra i rumori della città.

"Com'è bello il mondo da quassù" sembra sospirare l'omino della Sud, mentre si aggiusta la zip dello smanicato impermeabile. I ricci mori e la pelle olivastra tradiscono una pronuncia ormai perfettamente italiana, il ricordo del Paese dall'acqua rara e le donne col velo è vivo ora più che mai. Osserva seduto i jeans macchiati, chiedendosi da quanto tempo non dorme più su un letto vero. Appoggia i palmi aperti sull'erba, e trasfigura in una sagoma arrossata da un tramonto troppo caldo per esser figlio d'ottobre. Un'economia arrancante e un gioco dal ricco montepremi gli importano abbastanza poco.

A lui, che da anni vive alla giornata e crede che il ricevuto sia sempre un dono; a lui, che ha "grazie" come prima parola del vocabolario, e senza troppe velleità è un uomo libero. Libero, come quell'airone che si posa nel campo incolto dall'altra parte della tangenziale, in cerca di qualche insetto. La giornata è stata dura, in pochi hanno voluto i suoi fiori. Sembra che i romantici non esistano davvero più. Eppure gli va bene così, che da vivere ne ha già abbastanza. Gli ultimi raggi colorano le mansarde dei palazzi e scompaiono fra gli arbusti spogli. Chissà se anche domani ci sarà un tramonto così.

3 commenti:

rossibenedetto ha detto...

Nell'ultima frase mi sembra d'intuire sia speranza sia sconforto, sbaglio?

Speranza.
"Appoggia i palmi aperti sull'erba, e trasfigura in una sagoma arrossata da un tramonto troppo caldo per esser figlio d'ottobre [...] Gli ultimi raggi colorano le mansarde dei palazzi e scompaiono fra gli arbusti spogli": chissà se anche domani ci sarà un tramonto così.

Sconforto.
"La giornata è stata dura, in pochi hanno voluto i suoi fiori": chissà se anche domani ci sarà un tramonto così.

Grilletto81 ha detto...

Acuta osservazione, nonostante nelle mie intenzioni ci fosse solo quella della speranza. E' l'immagine di un uomo che, non possedendo nulla, trova motivo di contentezza nel caldo pallore di un tramonto d'autunno.

rossibenedetto ha detto...

Sì, in effetti la considerazione sullo sconforto è un po' forzata, anche perché dal testo emerge chiaramente la speranza. Probabilmente l'osservazione in più che ho fatto è una licenza che si è presa la mia fantasia.

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