18 luglio 2008

Cara amica, ti strino


Atto primo - Il sacrificio di Jonny

Jonny si mise d'impegno. Voleva farla finita una volta per tutte. Quei violini volanti, creature al buio, fantasmi appena accesa la luce, lo avevano davvero stancato. Erano notti che lo tormentavano con i loro salassi al veleno, sempre pronti ad approfittare di un lembo di pelle scoperto. Troppi i compromessi col caldo, troppe le soverchierie subite. Serviva un rimedio. Lui lo trovò. A modo suo.

C'era una strana luce nel suo saluto, quella sera. Strana, come quel bagliore che avevo notato nell'ala ovest qualche minuto prima. - "Che succede, Jon?" - "E' fatta, B., le ho fottute!" - "Non dirmi che hai comprato.." - "Proprio quello.. Seguimi, te lo mostro".

Una farfalla svolazzava felice nella tromba delle scale. - "Vieni, vieni anche tu, che c'è una festa.." La penombra violacea che trapelava dalla porta della stanza faceva somigliare il corridoio a un set di x-files. Aprì. La tapparella abbassata fino a mezzo metro dal fondo e l'unica anta aperta della finestra lasciavano come unico passaggio verso l'esterno una piccola apertura rettangolare. Sul davanzale, una griglia elettrificata con neon annesso la ostruiva completamente, così da costringere chiunque volesse entrare a passare per quel pertugio - "Selezione all'ingresso". Nel buio della facciata, la luce del neon (l'unica nel giro di qualche chilometro quadrato) era stata un'ottima esca. La griglia, che di certo non si era fatta pregare, aveva cucinato un ottimo fritto misto di ali, cenere e zampette, e lo aveva comodamente depositato nel raccoglitore sottostante.

Un puzzo di cadavere misto carbonella impestava l'aria, rendendola irrespirabile. - "Non mi aspettavo funzionasse così bene". Quello che forse non si aspettava era che anche una decina fra zanzare e falene riuscisse a eludere il controllo e posarsi amabilmente sul soffitto e sulle pareti. Quelli che ora ci osservano erano esseri soprannaturali, i sopravvissuti di una specie. Decisamente più astuti dei caduti e anche (comprensibilmente) molto più incavolati. - "Oh, porca.. presto! Spegni, spegni tutto!" Mentre io staccavo la spina e alzavo la tapparella per disperdere l'odore, lui recuperava dal bagno uno scopettone antiragnatele, per invogliare gli ospiti ad abbandonare la stanza. Ma gli insetti, ormai temprati dalla durezza della prova, dopo una breve svolazzata tornavano a posarsi in un altro punto, in segno di sfida. - "Ah sì? Adesso ve la faccio vedere io!". Inzuppata la cima della scopa con un insetticida, li inseguiva fino a costringerli all'angolo, per poi annientarli di asfissia.

Alcune zanzare, particolarmente scaltre, si rifugiavano negli anfratti del cassonetto della tapparella, in cui la scopa nulla poteva, e osservavano con scherno ogni inutile tentativo di stanarle. Era circa mezzanotte, e ormai stanco non mi trattenni oltre, augurando al mio compare una buona fortuna. L'ultima immagine che ricordo è quella di una figura che agita inconsultamente un bastone allungato, fra i fumi delle vittime e il gas del veleno. Fu una lunga notte, quella, per Jonny.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

davvero stupefacente : bravo bongio ! Niko

leitraot ha detto...

Malefiche e insopportabili. Capisco la disperazione del poveretto. Tutta colpa dell'umidità di questa benedetta pianura padana...:)

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