22 agosto 2011

Proiezioni


Indifferenza, ecco che provava. Indifferenza e rassegnazione. Come se nulla importasse, e tutto fosse diventato finto, artefatto. Il mondo le scivolava sulle spalle e Alice lo lasciava sfilare. Come se cinque anni fossero volati via senza lasciare nulla. Non un ricordo che la facesse sorridere, non un litigio che le riaccendesse il sangue. Si era lasciata sprofondare in un abbandono profondo, di quelli che risparmiano la superficie e intaccano l'anima. E oggi, oggi che la gonna o il pantalone non le facevano più differenza, oggi Alice guardava il mondo sfilare dal finestrino.

Il sedile dell'intercity era troppo lungo e le gambe le stavano a mezza via fra l'appoggiato e penzoloni. Una posizione scomoda, che la costringeva ad allungarsi di tanto in tanto per non farle intorpidire. L'estate correva fra la polvere dei campi e gli arbusti a bordo massicciata, e il condizionatore sbuffava aromi di rotaia misto freni.

Alice non si era accorta della signora che le sedeva di fronte. Non l'aveva sentita arrivare, intenta com'era a divorare le ultime pagine del capitolo. Una donna di mezza età che non avrebbe attirato eccessive attenzioni, ma che Alice non riusciva a smettere di fissare. Indossava un abito nero a fiori bianchi, scarpe basse bianche e svariati bracciali che tintinnavano con i movimenti del treno. La mano sinistra brillava di un anello con diamanti e un cuoricino, ricordo di un amore passato o nascondiglio per uno mai arrivato. Alla destra portava un anello a pois bianchi su fondo nero, in perfetto paindant con l'abito. Le meches bionde le ricordavano una professoressa del liceo e gli occhiali a montatura rosa non facevano che rafforzare questa convinzione. La signora leggeva una rivista di attualità, sfogliando distrattamente le pagine. Il cellulare le squillò con insistenza. Una suoneria vecchia, pensò Alice, come vecchie furono le parole di risposta. Si mise a protestare che non ce l'avrebbe fatta, che l'appuntamento andava spostato e l'avvocato avvertito al più presto. Alice poteva vedere le rughe incresparsi sul collo, e tradire una gioventù simulata sotto generose spolverate di phard. Anche le mani, che ora gesticolavano convulsamente, le parvero invecchiate, nodose, prosciugate d'amore. Il tono era irritato, scontroso, quasi risentito per una vita repressa, infelice, solitaria.

Alice preparò il bagaglio e sistemò il libro nella tasca esterna. Uscì nel corridoio e richiuse la porta scorrevole. Con la coda dell'occhio sbirciò per l'ultima volta la donna che ancora discuteva. Scesa dal treno cercò il numero di Giulia, e senza neanche presentarsi le disse con gioia: "Stasera ho voglia di uscire".

13 commenti:

Fania ha detto...

...bellissimo... :)

alma negra ha detto...

bastasse così poco a ricominciare a vivere..

Bongio ha detto...

Esistono fatti, seppur insignificanti, che possiedono un potenziale altissimo e sono in grado di scatenare moti d'animo inimmaginabili. A volte basta un incontro con vecchi amici e una buona panchina, per riniziare a vivere...

Annalisa ha detto...

Uno scarto improvviso, e davvero le giornate cambiano. Basta poco, sì. E a volte, quando mi trovo nei panni di Alice, sempre più spesso mi domando: ma basta davvero così poco per scuotermi? E questo, non so perché fa un po' paura.
Che bella anche la foto, che si muove e scappa col treno.

avvelenato ha detto...

Assolutamente una grande cosa!!

Scritto nel modo che preferisco, per il cui piacere ti ringrazio. "riaccendesse il sangue"; "il condizionatore sbuffava aromi di rotaia misto freni" (molto Guccini d'Autogrill); "ricordo di un amore passato o nascondiglio per uno mai arrivato" sono a mio avviso chicche inestimabili. Mi ricordano la tradizione, nel primo caso (Pirandello o Verga su tutti), la poetica da cantautorato negli altri.

Ma specialmente è il collante la cosa splendida: quella tua fine capacità di tenere insieme le cose belle, senza che una faccia ombra all'altra.

Riposarti ti fa benissimo.

Annalisa ha detto...

Come sempre, torno e noto anche il titolo :-)

Bongio ha detto...

Grazie Annalisa. Mi fa piacere avere lettori sempre così attenti, siete la miglior soddisfazione per un blogger.

rossibenedetto ha detto...

Vecchio mio, complimenti, davvero un gran bel pezzo! Se l'avessi letto senza sapere che fossi tu l'autore non avrei mai pensato che potessi averlo scritto tu. Direi che hai sfondato il sacco della mera riflessione e hai scritto più ad ampio raggio proponendo qualche cosa che ha senz'altro i crismi del racconto vero e proprio. Qeusto è un testo che può essere ricondotto ad una delle due forme d'arte della scrittura, vale a dire la narrativa, l'altra è la poesia, naturalmente. Non ti avevo mai conosciuto come scrittore di destra (scrittore nel senso di autore di un testo che sia un testo in tutte le sue forme). Mi è capitato di apprezzarti come scrittore per lo più di sinistra, che rimane fedele al margine sinistro s'intende, andando sovente a capo in cerca di ritmo e del giusto richiamo di rima. Gìà, qui ti sveli un po' come scrittore della'altra sponda, di prosa lineare e continua che tende a destra, giustappunto.
Del tuo racconto mi son fatto un'idea. Intanto sono contento di aver letto il nome di Alice... in qualche modo l'ho ritrovata in forma e più riflessiva che mai... talmente in forma che potrebbe comparire a breve in qualche altro lido di questo nostro cyberspazio. L'idea che mi sono fatto è che la signora di fronte rappresenti una sorta di specchio dentro il qualche la ragazza vede se stessa rendendosi effettivamente conto della rischiosa tendenza cui sta andando incontro, e allora ecco che scatta in lei una piccola rivoluzione interiore... Credo che sia una situazione emblematica, una situazione in cui ci siamo trovati un po' tutti, ognuno col suo caso particolare.
Attento a non rimanerne fregato da questo testo... adesso i tuoi lettori si aspettano opere magari più complesse... magari da leggere durante le prossime vacanze!

rossib.

Bongio ha detto...

Beh Benni... credo sia anche piuttosto difficile ringraziarti, dopo una cosa del genere. Io continuo a pensare che i blog siano sempre più film a due attori: l'autore e i lettori. E se la prima parte uno se la gioca con le proprie forze, il resto va un po' a fortuna, e io credo di averne avuta abbastanza per incastrarmi col didietro nelle porte.
La cosa della destra e della sinistra mi mancava, è una bennata di quelle da appiccicare in bacheca. Mi auguro che questo pezzo tracimi: possa diventare cioè fonte di nuove idee e desiderio di scrittura per te e chi altro passa di qui. A presto.

Effetto Pauli ha detto...

Un bell'incipit. Fino a "misto freni" mi piace molto. Il resto forse è meno curato, ma che importa.

Bongio ha detto...

Veh che strani sono i gusti! Io da scrivente avrei scelto la seconda parte e buttato la prima, eheh! Lo sai che quella donna l'ho vista davvero? Stava di fronte a me, su un intercity. E aggiungo (fuori onda) che non la piantava un attimo di muovere quelle accidenti di gambe e urtarmi le caviglie, mannaggia a lei :-P

silvia - asintoto ha detto...

cavolo, bel dipinto davvero!

Effetto Pauli ha detto...

Si vedeva che l'avevi vista sul serio: l'immagine era nitida. Per questo è la parte più bella : )

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